In discoteca entra chi arriva prima

Tempi duri per gli indecisi dell’ultim’ora i locali nel primo weekend di apertura hanno fatto registrare il tutto esaurito anche se al 50% delle proprie capacità e chi non si è organizzato per tempo è rimasto fuori.

Le disposizioni anti covid impongono ai gestori la registrazione dei presenti e soprattutto il rigoroso rispetto del 50% di capienza della struttura, i provvedimenti per le riaperture hanno prodotto di positivo la ripartenza dell’intero settore che ha anche , giustamente, aggiungiamo noi, ritoccato i prezzi dall’altra parte, quella del pubblico, com’era prevedibile ha generato malumori.

In buona sostanza la maggioranza delle discoteche hanno dato priorità assoluta alla prenotazione dei tavoli, andati letteralmente sold out per il primo weekend e praticamente introvabili per il ponte di Halloween ma molte strutture hanno registrato difficoltà per l’ingresso normale.

Code e lamentele da parte degli avventori hanno generato alcuni disagi, in modo particolare al personale addetto all’accoglienza e alla sicurezza che ha dovuto fronteggiare le pressanti richieste d’ingresso, da parte del pubblico rimasto fuori, ignorando quelle che sono le disposizioni di sicurezza.

LA SOLUZIONE ?

Al momento non esistono soluzioni che possano reggere al classico, chi prima arriva entra,  ovviamente con mascherina di dotazione e green pass obbligatorio.

Un escamotage è stato trovato nella prevendita per l’evento, ciò garantisce l’ingresso nel locale ma bisogna intercettarle per tempo.

Ad oggi molte strutture si sono attrezzate con percorsi di sicurezza all’esterno dei locali, delle vere e proprie file in stile check in aeroportuale, dove gli avventori, hanno il tempo di preparare green pass e poi di lasciare le generalità agli addetti all’accoglienza.

Sono saltate di fatto le liste ospiti, tranne che per rari casi e anche l’omaggio è pressoché un ricordo tranne in alcuni unici casi di cortesia, accompagnatori e personale artistico di supporto.

IL MALCONTENTO :

Queste disposizioni hanno, per il momento, soddisfatto la categoria perché hanno permesso il riavvio delle attività ferme da 20 mesi ma hanno prodotto un malcontento da parte della clientela, quella rimasta fuori dagli eventi per intenderci.

Se gli assembramenti sono stati di fatto eliminati all’interno dei locali, meglio non è andato all’esterno dove in attesa di poter entrare si sono riunite centinaia di persone.

La speranza è che nel monitoraggio dei primi 15 giorni di ripresa delle attività si possa aumentare gradualmente la capienza dei locali in modo da poter tornare a pieno regime, ma purtroppo, per il momento a ballare saranno in pochi fortunati.